Italiani bloccati negli USA: cosa succede?
Tutti stanno parlando di italiani bloccati a Dubai, a Malta, in Grecia, ma non si parla di italiani bloccati negli Usa.
Certo, la cosa non è sensazionalistica e i giornalisti italiani non possono cavalcare l’onda come spesso accade con notizie che urtano la sensibilità dell’opinione pubblica, ma di fatto questo disagio è presente.
L’urlo dei nostri poveri compatrioti d’oltreoceano non viene ascoltato da nessuno che possa risolvere la situazione in maniera rapida.
In queste righe ti racconteremo quello che sta accadendo.
Ci appelliamo a te caro lettore: aiutaci a far sì che ciò che sta accadendo salti agli onori della cronaca e chi di dovere faccia qualcosa.
Se vorrai condividere con noi questo appello te ne saremo grati.
Lo ammetto, non ero a conoscenza di questa situazione.
Perché?
Perché non se ne parla per niente sui nostri media o se questo avviene, la notizia non è mai in prima pagina ma occupa forse spazi più relegati.
Sono venuto a sapere di questa situazione per caso, da amici che hanno deciso di andare a vivere e lavorare negli Stati Uniti.
Persone che sui social si stanno disperando e gridando a squarciagola la loro situazione.
Italiani bloccati negli USA: gli antefatti
Come sicuramente saprai negli Stati Uniti è presente una solida comunità italiana di ultima generazione, ragazzi, miei coetanei.
Questi hanno deciso di cercare fortuna altrove (forse la nostra patria non è in grado di assicurare un avvenire?) per affermare se stessi e realizzare i loro sogni.
Queste persone hanno messo le loro radici in America.
Chi ha trovato un lavoro per quello che ha studiato, chi ha avviato un’attività, chi si sente apprezzato per la propria professione.
Queste persone pagano anche le tasse negli Stati Uniti per capirci: non sono in Erasmus.
Persone totalmente integrate sul suolo americano che è diventato la sede dei loro interessi.
Marzo 2020, iniziano i problemi
Tutto ha inizio a marzo 2020, quando sappiamo bene cosa è successo.
Il mondo in lockdown, non si entra né si esce dagli stati, compresi gli Stati Uniti appunto.
Il presidente Trump ha sospeso tutti i viaggi non giudicati essenziali verso gli USA di persone prevenienti dai paesi dell’area Schengen (tra cui rientra anche l’Italia).
Il provvedimento interessava tutti coloro in viaggio per motivi turistici o i possessori di visto che nei 14 giorni precedenti hanno transitato attraverso uno dei paesi colpiti da restrizioni.
Queste misure sono state confermate dal successore di Trump, Biden, nonostante la situazione proprio in questi paesi, sia notevolmente migliorata.
Italiani bloccati negli USA: cosa sta accedendo oggi
Per fartela breve. Con il vecchio Presidente, c’era una lista di paesi con situazione sanitaria a rischio.
La situazione in diversi di questi paesi è migliorata, come in Italia, ma nonostante questo nessuna lista è stata modificata.
La situazione è quindi paradossale.
Per capirci, se un italiano residente negli Stati Uniti, viene a trovare la famiglia e poi deve ritornare a casa sua oltre oceano, deve passare almeno 14 giorni in uno di quei paesi che non sono nella famosa ‘lista nera‘ e che, paradossalmente oggi, potrebbero avere una situazione peggiore della stessa Italia.
Capito quanto questa cosa sia illogica?
Ora, non so chi, credo debba fare qualcosa.
A creare maggiore scompiglio ed alimentare la situazione paradossale c’è un altro aspetto: i cittadini statunitensi e chi in possesso della Green Card, non sono sottoposti a tali restrizioni.
Questi difatti possono entrare in Italia per turismo. Chi rimane ‘fregato’ quindi? I possessori di un visto di lavoro.
Diverse migliaia di persone, coloro di cui parlavamo in apertura, ovvero chi ha un’attività, paga tasse e oramai ha giurato fedeltà alla terra dello Zio Sam.
Modifiche alle restrizioni e non
Dal 2 marzo 2021 ci sono state modifiche alle restrizioni, ma queste hanno coinvolto soltanto coloro che svolgono professioni particolari, riconducibili all’interesse nazionale (diplomatici).
Pertanto queste categorie di lavoratori possono lasciare gli USA previa autorizzazione consolare.
Anche se, sottolineiamo, molti professionisti, pur contribuendo a tenere alto il nome degli Stati Uniti nel mondo, sono stati esclusi (ad es. scienziati), così come riportano le nostre fonti, direttamente interessate.
Infine, se uno chef (tanto per citare una professione diversa) volesse rientrare a casa, non può farlo in quanto la sua non è una categoria di lavoratore che rientra in queste liste.
Tuttavia dobbiamo porre all’evidenza un ulteriore aspetto paradossale di questa situazione.
Deputati eletti nella Circoscrizione estero, segnalano che tali autorizzazioni non vengono rilasciate facilmente o affatto.
Quando ciò avviene, avviene dopo un certo stallo burocratico.
Tradotto: tempi tecnici, tempi morti causati purtroppo da intoppi dovuti alla riduzione dei servizi per gli ovvi motivi che già conosciamo che volenti o nolenti hanno colpito la gran parte degli uffici pubblici in periodo di Covid.
Situazione peggiore di quello che sembra
Secondo quanto ci viene riportato, in tanti si stanno ritrovando con il visto scaduto.
A causa del blocco del sistema, se espatriano tornando in Europa, possono vedersi l’accesso negato al rientro.
Questo perché non c’è la possibilità di rinnovare i visti.
La deputata di Forza Italia, Fucsia Fitzgerald Nissoli, sta portando avanti la causa richiedendo l’intervento della camera degli Stati Uniti.
Certo, se il nostro governo si facesse sentire maggiormente e ci fosse un intervento ancor più interessato, forse la soluzione non sarebbe lontana dall’arrivare.
Anche il GEI, Gruppo Esponenti Italiani, sta richiedendo direttamente al Presidente Biden un intervento affinché il diritto al rientro sul suolo americano possa essere acconsentito alla pari dei cittadini americani che rientrano da una vacanza all’estero.
Riuscirà il Governo Italiano a trasferire questa necessità al Governo Americano? Mi auguro di si e mi auguro che per i nostri connazionali, possa arrivare presto una soluzione.
Pensa chi è costretto a rientrare in Italia per un’emergenza familiare: non potrebbe più mettere piede negli Stati Uniti.
L’unico modo sarebbe farsi un tour di 14 giorni in uno dei paesi presenti sulla lista bianca. Sempre che il suo visto sia ancora valido, altrimenti non potrebbe fare nulla.
Una situazione complicata.
Ci auguriamo arrivi presto ad un lieto fine.
Saremmo felici se la situazione divenisse di interesse pubblico e le autorità preposte si dessero da fare per trovare una soluzione.
Per dover di cronaca vogliamo concludere riportando una testimonianza diretta di una nostra amica, Bruna Corradetti, vittima di questa spiacevole situazione:
Ascolta la testimonianza di Bruna. Ecco quello che tanti italiani come lei, stanno passando in queste settimane
La testata giornalistica ‘Il Post’ ha trattato il tema, così come il New York Times
https://www.ilpost.it/2021/07/07/divieto-viaggio-stati-uniti-italia/amp/
Ecco il profilo Instagram creato appositamente per diffondere la notizia https://www.instagram.com/bring_ushome/
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