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Stati Uniti: riapertura frontiere a maggio?

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Stati Uniti: riapertura frontiere a maggio? Questa sembra essere la notizia che ha fatto sobbalzare in tanti in queste ultime ore.

Ci teniamo a specificare che la notizia ha un certo peso ed è di un certo spessore.

Preannuncia un emblematico ritorno ad una situazione quanto più vicina alla realtà pre-covid.

Gli Stati Uniti un anno fa avevano posto il loro divieto di ingresso e uscita dal Paese, pressoché totale. Verso maggio potrebbero con ogni probabilità riaprire ai viaggi ‘da e per’ l’Europa,

Che si inizi a parlare e a prospettare un’apertura a maggio, lascia ben pensare che anche le previsioni per il futuro, dopo un anno di implacabili bollettini e notizie tragiche, siano quanto meno ottimistiche.

E’ questo l’aspetto su cui voglio focalizzarmi maggiormente: le notizie, anche se non urlate a squarcia gola, stanno avendo un’inversione di tendenza nei toni e temi trattati in queste ultime settimane.

All’opinione pubblica serve questo: un’infusione di ottimismo ed ancora una volta, passo dopo passo, si prospetta il ritorno alla vita di sempre.

Vediamo quindi cosa sarà possibile aspettarsi per maggio.

Stati Uniti: riapertura frontiere a maggio?

Cosa ha dichiarato l’amministrazione Usa

Alti funzionari dell’amministrazione Usa hanno dichiarato all’emittente televisiva Cnbc che ci sarà un evidente cambio di passo indicativamente per metà maggio, quando la campagna vaccinale sul suolo americano avrà gettato solide basi per l’immunità di gregge.

Certamente affinché vi sia la totale riapertura delle frontiere, questo sarà un elemento fondamentale.

La campagna vaccinale statunitense procede con passo spedito nella somministrazione del vaccino alla popolazione.

Fin dall’inizio gli Statunitensi hanno preso seriamente la cosa afferrando il ‘morbo’ per le corna.

Posso riportare a riprova la testimonianza di cari vecchi amici che si sono trasferiti negli Usa per lavoro. Mi confermano che ‘i vaccini te li tirano dietro’.

Nel Vecchio Continente cambiano governi, avvengono rimpasti, ma la musica è sempre la stessa. Un continente ‘vecchio’ in tutti i sensi.

Tuttavia sono state fatte delle promesse: speriamo vengano mantenute.

Tornando agli Usa (dopo una digressione velatamente polemica) le prime aperture saranno verso Messico e Canada (attualmente ‘chiusi’ fino al 21 aprile).

Solo successivamente si potrebbe riaprire ai viaggiatori provenienti dall’Europa, come anticipato, presumibilmente a metà maggio.

Insomma, direi che le prospettive future lascino ben sperare.

Cosa prevede attualmente l’ingresso negli Usa?

Ti ricordiamo che attualmente per entrare negli Usa (fonte Viaggiaresicuri) valgono le seguenti disposizioni:

È tuttora sospesa la possibilità di ingresso negli USA per i viaggiatori che, nei 14 giorni precedenti, siano stati in un Paese dell’Area Schengen (inclusa l’Italia), in Regno Unito, in Irlanda, in Brasile, in Sud Africa Cina o Iran. 

Sono previste alcune eccezioni al divieto di ingresso (cittadini statunitensi e residenti permanenti o loro familiari, titolari di visto diplomatico e altri. Maggiori dettagli a questo link).

Le eccezioni interessano anche i titolari o i richiedenti determinate tipologie di visto, che potranno rientrare nella categoria di ingressi definita dalle autorità locali di ‘interesse nazionale’.

Per maggiori dettagli in merito alle categorie di persone la cui attività può classificarsi di interesse nazionale, consultare la sezione Situazione Sanitaria di questa Scheda. Tali eccezioni sono rimesse alla esclusiva competenza dell’Ambasciata e dei consolati USA in Italia.

Il Centers for Disease Control and Prevention (CDC) ha stabilito, a partire dal 26 gennaio 2021, la necessità di un test Covid di tipo virale (PCR o antigenico) effettuato non oltre i 3 giorni prima della partenza, per tutti i passeggeri, al di sopra dei 2 anni, in arrivo negli USA con voli dall’estero.

Le compagnie aeree avranno il compito di verificare – come condizione essenziale per permettere l’accesso a bordo dei passeggeri diretti negli USA – la documentazione cartacea o elettronica che attesti l’effettuazione del test e il relativo esito negativo o, in alternativa, un documento che comprovi l’effettiva guarigione dal Covid.

La prova di vaccinazione non viene considerata sufficiente e resta quindi necessaria la prova del test o il documento di effettiva  guarigione.

Le suddette disposizioni si applicano a tutti i tipi di voli. […]

www.viaggiaresicuri.it

(Potrebbe interessarti anche sapere qualcosa sull’ESTA per l’ingresso nel paese)

Come al solito: ci sediamo e aspettiamo aggiornamenti…

Per ora è tutto: altre indicazioni, se non queste poche e scarne che abbiamo riportato, ma decisive per il morale popolare, sono le uniche presenti al momento.

Al contempo, IATA è sempre impegnata nelle relazioni internazionali affinché il tanto atteso green pass per i viaggiatori internazionali, venga attivato e messo seriamente in agenda dai vari stati quanto prima.

Ci auguriamo che chi di dovere si metta una mano sulla coscienza e si adoperi per realizzare tutto quello che c’è da fare per un ritorno ad una vita normale.

(sia per chi viaggia che per chi lavora nel settore).

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