Perché non poter viaggiare ci fa stare male? 5 motivi per cui rimanere a casa forzatamente ci provoca disagio.
Sicuramente quest’ anno, forzati a rimanere a casa e quindi forzati a non viaggiare, ha messo a dura prova la nostra pazienza e il nostro bisogno di evadere al di fuori dell’ordinario.
E’ successo a te come a me o tutti quelli che hanno questa passione.
Io e Simona addirittura siamo stati ‘chiusi dentro’ l’8 marzo 2020, 2 giorni prima di partire per le Maldive (un viaggio che era già saltato ben 3 volte!): puoi immaginare come ci siamo sentiti o ci sentiamo tutt’ora, bloccati con la valigia appena preparata e quel languorino ancora in bocca…
Anche noi come te ci portiamo dentro questa sofferenza che dura ormai da oltre un anno e quindi, in attesa di ripartire (oramai scalpito) mi chiedo: ‘Ok, ma per quale motivo noi viaggiatori ci sentiamo così a disagio se non possiamo partire?’.
Oramai, anche con il via libera ufficiale di ASTOI ai viaggi, ci stiamo avviando verso un ritorno alla normalità e quindi possiamo permetterci di guardare senza paura i nostri ‘fantasmi’ e ciò che ci spaventa, dritto negli occhi.
Quindi: perché non poter viaggiare ci fa stare male?
Scoprilo in queste righe.

5 motivi per cui non viaggiare ci provoca un forte disagio
Certo, non voglio assolutamente salire sulla cattedra e fare lo psicologo di turno con la pipa in bocca, atteggiandomi a quello che sà tutto (anche se a qualcuno posso dare quell’impressione – ma questo è un problema suo…)
In questo lungo periodo di standby sono stato ad osservare e ad ascoltare quello che le persone intorno a me, anche loro viaggiatori, esprimevano o comunicavano.
Mi sono elaborato delle mie teorie a riguardo…
Sai, quando il lavoro è molto rallentato, quando hai finito di guardare tutte le serie del palinsesto Netflix, quando hai finito di osservare i tratti impressi dal pennello sulla vernice del muro, inizi anche a filosofeggiare sui massimi sistemi e ad interrogarti sul mondo.
…Si ok, smetto di fartela lunga e ti dico quali sono questi benedetti 5 motivi secondo me.
1 – Il viaggio è uscire dall’ordinario e staccare dalla routine
Quanti di noi conducono una vita che non appartiene loro (io grazie a dio anche se sono stato messo in ginocchio dalla pandemia, amo quello che faccio)?
Sei forse tra coloro che faticano ad alzarsi la mattina per raggiungere un posto di lavoro che non amano?
Conduci una vita piatta e vivi sempre la solita routine…? Gli amici del baretto, la palestra, film alla sera, l’aperitivo con le amiche, e via si ricomincia…
Se ti riconosci in queste situazioni o in situazioni similari, per te il viaggio è evasione dalla realtà ed entrare in una dimensione ogni volta diversa.
Il viaggio ti permette di evadere dalla prigione del quotidiano: ecco perché per te non poter viaggiare è una grossa limitazione.
2 – La scoperta è nel dna: vogliamo conoscere cose nuove
Le nostre radici sono ancorate al piacere della scoperta e della conoscenza: prendiamo tutta la cultura classica come esempio.
Fin da quando Prometeo ha donato il primo fuoco all’uomo, siamo sempre stati affamati di sapere.
La fame di sapere porta alla conoscenza, la conoscenza porta al progresso.
In questo caso leggiamolo in chiave strettamente personale: la conoscenza porta al progresso personale e quindi conoscere cose nuove ci porta a crescere, migliorare come persone.
Visitare i luoghi che abbiamo messo nella nostra ‘lista di cose da fare’ ci permette di capire meglio quello che ci sta intorno.
Entrare in contatto con un’altra cultura ci insegna a vivere, ci insegna ad uno scambio di valori con persone diverse da noi: grazie a questo comprendiamo meglio alcune dinamiche culturali che altrimenti sarebbero fin troppo lontane.
Siamo degli animali sociali ed entrare in contatto con altre società ci permette di ritornare al nostro principio.
3 – Limitazione alla libertà
Abbiamo bisogno di soddisfare la nostra sfera sociale e questo ci fa sentire vivi.
Quando viaggiamo siamo noi stessi, siamo vivi, ed una limitazione al viaggio limita la liberà di vivere.
Quando ci viene imposto qualcosa sentiamo forte dentro di noi il desiderio di ribellione (ok, in questo caso l’imposizione era per una ‘più che giustissima’ causa, ci mancherebbe…).
Se veniamo tenuti forzatamente dentro una scatola, quattro mura, per quanto la scatola possa essere bella o avere tutti i comfort, quella situazione non è mail il frutto di una nostra scelta libera.
Essere forzati in una condizione che non vogliamo ci pone ad essere insofferenti.
La mancanza del libero arbitrio è qualcosa da cui vogliamo fuggire: vogliamo e dobbiamo essere padroni di noi stessi e della nostra esistenza.

4 – Mancanza di normalità o troppa normalità
La mancanza di normalità è il risultato di questo lunghissimo, pesante ed oscuro anno passato ai domiciliari.
Se viaggiare per noi era una cosa normale, ora che ci manca, ci manca un pezzo della nostra routine.
La normalità rappresenta la nostra zona di comfort, uno spazio entro al quale ci sentiamo sicuri.
Se ci viene impedito di vivere liberamente la nostra zona di comfort, ci viene impedito di sentirci al sicuro.
Per questo motivo ci sentiamo sofferenti di fronte alla mancanza di normalità.
Tuttavia per altri è l’esatto opposto: se sei un multipotenziale come me ad esempio, per cui la zona di comfort è uscire dalla zona di comfort, il viaggio rappresenta quel momento di stacco dalla normalità e quindi dalla noia.
Con il viaggio allarghiamo i confini della nostra zona franca.
5 – Siamo affamati di ‘meraviglia’
Alcuni di noi sono persone passionali. Sentono il bisogno impellente di vivere i propri sentimenti con la massima intensità.
Questi sentimenti è possibile viverli anche grazie al viaggio.
Il bisogno di meravigliarsi di fronte a qualcosa di nuovo è un’emozione a cui non sappiamo resistere; il bisogno di sentire il cuore battere forte quando le ruote dell’aereo staccano dal suolo e il sedile inizia ad inclinarsi, mentre dal finestrino tutto diventa più piccolo, è una sensazione irrinunciabile.
Le piccole scariche di adrenalina generate dalla meraviglia di panorami unici al mondo, ci fanno sentire vivi così come contemplare un opera d’arte creata dalla maestria dell’ingegno umano.
Vivere a pieno i nostri sentimenti ci permette di essere creature consapevoli di noi stessi e a cui, se viene tolta questa possibilità, ci sentiamo privati della nostra indole.
Perché non poter viaggiare ci fa stare male? Ognuno ha il proprio ‘perché’
Ora che siamo arrivati alla fine di questo articolo, sicuramente ti sarai riconosciuta/o in qualcuno dei punti sopra riportati oppure in tutti, chissà!
Una cosa è certa: per un motivo o per un altro, il viaggio fa parte di noi stessi, inutile negarlo.
Che sia una gita fuori porta o che sia il tour dell’Australia in ciabatte e zaino Invicta (a ognuno la propria dimensione), viaggiare è qualcosa a cui difficilmente riusciamo a rinunciare.
C’è chi viaggia dieci volte l’anno, chi una, ma tutti sono accomunati da questa passione e se ce ne priviamo, ci priviamo di una parte di noi stessi.
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