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Marche premiate da Lonely planet, peró potrebbe andare meglio…

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Recentemente qualcuno ha notato anche noi marchigiani.
Dopo essere usciti anche noi dalla zona d’ombra dell’ignoto che copre regioni del calibro del Molise, finalmente abbiamo il nostro momento di notorietà mondiale: la guida Lonely Planet ha annoverato le Marche tra i luoghi da visitare nel 2020.

Mondavio – Autentico gioiello rinascimentale

Bello! Non bello, di più!

Questi giorni i profili social di noi marchigiani sono esplosi condividendo articoli riguardo questa magnifica menzione d’onore.

Sono anni che lo sostengo: le Marche hanno tutto. Mare, natura, montagna, arte, storia, divertimento, senza considerare come si mangia e si beve: basti pensare alle numerose cantine che producono pregiati vini locali oppure agli eventi enogastronomici promossi durante l’anno (salutiamo la cantina Fiorini che sorge a 1 km da casa nostra, a Terre roveresche).

Ci ho sempre creduto e ci crederò sempre di più.

La rotonda di Senigallia – Secondo alcuni ispirò la celebre canzone

Però c’è un però…

Nonostante la ribalta delle cronache, sembra che gli unici a non credere sulla potenzialità delle Marche siano i marchigiani stessi.

Perché questa affermazione?

Non voglio sembrare sempre il solito disfattista che anche in un momento di gioia sputa veleno, ma effettivamente mi rendo conto che noi marchigiani se avessimo creduto nelle nostre potenzialità, oggi come oggi avremmo il turismo come settore trainante e non staremmo a recriminare sul fatto che molte aziende hanno chiuso, la crisi, e bla bla bla (soliti discorsi che i nostri politici locali rispolverano in periodo di elezione)

Il promontorio del San Bartolo, Pesaro

I primi a non crederci sono state le istituzioni: avrebbero dovuto incentivare lo sviluppo delle attività locali dando modo agli investitori e ai piccoli imprenditori locali di fare il loro lavoro ma, politiche fin troppo conservative e fin poco lungimiranti, hanno mortificato e ammutolito lo spirito d’iniziativa dei singoli.

Dalle città della riviera ai piccoli borghi sperduti, ognuno potrebbe fare incetta di turisti, ognuno dei quali potrebbe soddisfare il proprio gusto personale.

Le Marche sono una regione che ha tanto da dare.

Spiaggia di Mezzavalle, Conero, Ancona

Per carità, li capisco, non è che puoi pretendere tanto da chi è figlio di un retaggio culturale che abbraccia i modelli economici degli anni ‘70-‘80, peró quello che mi aspetto ora è un po’ più di mentalità cosmopolita, specie alle soglie del 2020.

(Se ti interessa sapere perché l’italia dovrebbe investire di più nel turismo, potresti leggere questo articolo)

Gradara, il borgo testimone della storia d’amore di Paolo e Francesca

In che senso (direbbe Carlo Verdone)?

Adesso siamo stati notati e sarebbe meglio se fin da subito iniziassimo a tirar fuori gli attributi e a far le cose seriamente basandoci su progetti a lungo termine, incentivi economici (impariamo a sfruttare l’Europa) e piani marketing e propaganda fatti in maniera scientifica (possibilmente teniamo fuori i creativi che fanno solo casini ed affidiamoci ad analisti – non servono slogan ridondanti di fuffa).

L’entroterra, tra campagna e montagne

Insomma, siamo come il ragazzino ventenne che fa dei bei video su YouTube e per caso è stato notato da Quentin Tarantino che lo chiama a fare (per il momento) una parte secondaria ma non troppo in uno dei suoi film. Da quel momento in avanti tutto è nelle sue mani.

Allo stesso modo il nostro futuro dipende da noi.

Urbino

Insomma, se non capiamo nemmeno ora la botta di culo che ci é capitata, ci meritiamo di ritornare nel cono d’ombra dei dimenticati ed allo stesso modo ci meritiamo una classe politica che pensa che i problemi siano lupi, cinghiali e orsi.

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