Olhao e le isole del Ria Formosa: la nostra vacanza in una splendida località dell’Algarve.
Finalmente ad Olhao, in Algarve. Arriviamo il primo pomeriggio con il sole cocente che batteva forte in testa. Olhao è una cittadina di circa 40.000 abitanti che negli anni ha basato gran parte della sua economia sulla pesca e le attività marittime.
Sapevamo già la sua peculiarità: una cittadina sul mare ma senza spiaggia; ovvero, se vuoi andare in spiaggia sei costretto a prendere il battello e dirigerti sulle isole antistanti (mezz’ora e sei li), che altro non sono che grossi banchi di sabbia spostati dalle correnti dell’oceano e della laguna Ria Formosa che nel corso dei secoli hanno formato queste isolette, alcune abitate, altre no.
Dopo una prima perlustrazione del porto turistico di Olhao su cui svetta il mercato del pesce e della frutta (che rifornisce quotidianamente le decine di ristoranti che si affacciano sulla passeggiata della banchina) progettato da Gustave Eiffel, prenotiamo una visita guidata in barca sulle isole del Ria Formosa per l’indomani, presso uno degli uffici di Natura Algarve e decidiamo che era il momento di buttarci un pò sulla sabbia rovente.

Olhao e le isole del Ria Formosa: Armona
Prendiamo il battello per Armona, l’isola più “commerciale” tra quelle abitate, dove è facile trovare case in affitto per le vacanze, qualche ristorante e soprattutto un alto numero di turisti in villeggiatura.
Bello ma niente di ciò che cercavamo: era una caratteristica, ma non la vera essenza di Olhao. Il giorno dopo però ci aspettava la gita in barca e sorprese che nemmeno immaginavamo.

Escursione sulle isole del Ria Formosa
Ecco qui, che ci presentiamo all’orario stabilito per l’escursione. Ad attenderci c’era Carlos Da Cruz, il nostro skipper e guida locale, un signore alto e corpulento dal capello nero e la pelle abbronzata. Con tutti gli onori del padrone di casa, ci fa salire sulla sua barchetta e iniziamo l’avventura per il Ria Formosa.
Il motore si accende. L’acqua sotto di noi inizia a scorrere, e il rombo del motore inizia a confondersi con le prime note emesse dall’impianto stereo.
Chitarre rabbiose e al tempo stesso melodiche accompagnano la nostra partenza (per i curiosi, erano gli “Heroes del Silencio”-Entre dos Tierras, rock iberico di qualità):
non mi toglierò mai dalla testa il riverbero sull’acqua cristallina del sole mentre le casse acustiche suonavano questo bellissimo pezzo.
Carlos inizia a mettere tutta la comitiva a suo agio (io, Simona e un gruppo di brufolosi ragazzini tedeschi che credo fossero li perchè costretti dai genitori) ed a raccontare la storia di questi posti con il suo inglese dall’accento lusitano.
Iniziamo così la nostra avventura farcita di numerose spiegazioni lungo questi posti non ancora contaminati dalla frenesia della civiltà moderna.
Olhao e le isole del Ria Formosa: Isla do Farol e Isla Deserta
Prima tappa, la Ilha “do Farol” , che abbiamo visto senza abbandonare la barca.

Viene la volta poi dell’isola più suggestiva, l’ Isola “Deserta”, terra disabitata, che abbiamo attraversato a piedi in solitudine io e Simona.

Arrivati all’altro capo, si aveva l’impressione di aver lasciato da parte il mondo
conosciuto e di essere naufragati nella magica solitudine di questa spiaggia.
Olhao e le isole del Ria Formosa: Culatra
Giungiamo a Culatra, luogo di pescatori che mantiene ancora la sua tipicità di molti decenni addietro: basta pensare che le sue abitazioni caratteristiche, casette squadrate, bianche e tetto basso, con tanto di giardino con piante grasse, non possono essere vendute dai loro proprietari, a causa di una legge dello stato portoghese, emanata per salvaguardare la tradizione di questa zona della città.
Anche qui finiamo all’altro capo dell’isola per immergerci velocemente nelle acque di Culatra.
(Se ti interessa conoscere le spiagge dell’Algarve, clicca qui. Se ti interessano i tour storici del paese leggi questo articolo)

Una volta ripartiti, finiamo col visitare la zona circostante, ricca di fauna acquatica (cavallucci, stelle marine, mante) che finalmente ho avuto la fortuna di vedere con i miei occhi in libertà.
Ritornati in porto, un pò stanchi ma soddisfatti, abbiamo realizzato quale grande tesoro avessimo portato insieme a noi: la fortuna di aver osservato questa bizzarra quanto unica al mondo formazione naturale, dove il tempo si è fermato e la cognizione dello spazio si è persa con esso.
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